Maria Will
Pensieri per Aurora
Personale a Comano (Lugano) dal titolo Rivelazioni – 2008
di Maria Will
C’è qui, nell’opera recente di Aurora Ghielmini, come un senso di medicazione; l’espressione di un desiderio intimo e forte di portare soccorso, di lenire il male. Il balsamo, di cui lei conosce il segreto, conduce al sogno, dentro a boschi incantati, dove le creature della terra e dell’aria parlano tra loro senza suoni, scoprendosi simili e uguali le une alle altre: gli alberi, gli animali e anche gli uomini.
Ciò che sta dentro e ciò che sta fuori si confonde insieme: il reticolo di vene delle membra umane è la nervatura della foglia, tanto quanto la chioma dell’albero è viso e testa. E l’equazione si rovescia senza nulla mutare. La trasparenza, conquista di un vedere acuito e penetrante, ha sconfitto la materialità.
Questi corpi, che emergono nelle composizioni di Aurora Ghielmini, hanno sesso. Da loro emana una corrente di soffuso erotismo, che va a concentrarsi nei grandi, sensuali fiori al centro delle immagini. Eppure non hanno peso, sono corpi-ombra: vivono nella fissità delle apparizioni mistiche, cariche di simboli intangibili.
Il blu, colore per eccellenza della spiritualità, trattiene in bilico sul precipizio della notte i racconti di Aurora Ghielmini, la quale, in certo modo, sembra riattualizzare la lezione dello spiritualismo che fu di Klimt, fu di Munch e anche di Hodler. Il linearismo, che è forse la cifra stilistica maggiormente distintiva delle composizioni di questa artista, imprime al disegno la dolcezza dell’andamento organico e conduce alla decorazione, intesa come momento alto, autonomo e specifico del linguaggio artistico.
Come Ofelia, per cui morire è abbandonarsi in eterno all’abbraccio delle acque, anche le figure create da Aurora Ghielmini – e sono tante quelle femminili, dee di saggezza e bellezza – si lasciano cullare fra le linee suadenti del disegno e del colore, e senza timore si lasciano condurre sulla soglia del mistero ultimo.